Intervista a Daniele Provenzano

30.04.2013 22:26

 

-Cosa significa per te "talento"?

Per quello che ho visto nella mia breve vita, il talento è solo una piccola scintilla che ti dà una marcia in più in confronto a quelli che non ne hanno, ma che è nulla senza la passione. La mia teoria è semplice: un uomo talentuoso senza passione produce 0, un uomo senza talento ma con una forte passione produce tanto.

 

-Come hai scoperto il tuo talento per la grafica?

Direi che, oltre che talento, è una passione che ho scoperto provando. Ero alto circa una metro meno una mela, erano i primi anni del ventunesimo secolo e in TV girava un cartone animato che aveva rivoluzionato il mondo dell'animazione. Parlava di un orco puzzolente e verde che salvava una principessa. Naturalmente si parla di Shrek, che, grazie al suo carisma, mi fece prendere questa bella decisione circa 10 anni fa. Quindi cominciai a smanettare un po’ con programmi da principianti, tipo Blender, o le prime versioni di photoshop free e Cinema 4d. Facevo cagate ma mi divertivo! Poi mio fratello mi regalò un libro di 3d e cominciai a dilettarmi su 3d studio max, un programma internazionale (il secondo al mondo) e contemporaneamente photoshop e tutto il pacchetto 3d/2d.

 

-Quanto tempo gli dedichi?

Ora sto smorzando un po’ perché sono un po’ demoralizzato, prima circa 4-5 ore al giorno, ora 1 o 2 ore ogni 2 giorni. Ci sono periodi in cui mi riduco come un barbone; il mio unico divertimento è prendere la lavagnetta grafica e disegnare, poi stacco e gioco… quindi alterno lavagnetta e giochi. La gente mi piomba in casa e io la caccio dicendo "Sto graficando, per me è come studiare!" (ride) Quanto mi sento tua sorella! (Giulia Vesco, nda)

 

-C'è qualcuno in particolare che ti incoraggia?

Me stesso! È un campo maledetto in cui è difficile far soldi, quindi la mia famiglia non mi spinge più di tanto, visto che non vede tanti sbocchi di guadagno. L'unico che mi incoraggiava era il mio insegnante di Palermo della scuola Eureka, dove ho fatto un corso. Ah quel tizio era simpatico! Avevamo simpatizzato perché io mi intendo molto di pc. Era l'era dei primi I5 e i Dual core duo erano in tutti i nuovi pc come nuova arma di calcolo di massa. Circa 3 anni fa. Avevo 16 anni e con lui facevamo grosse discussioni su quale processore fosse più figo e su dove poteva arrivare la tecnologia. Mi incoraggiava, mi diceva che avrei fatto strada, che potevo andare in Francia dove ci sono tante aziende e che ero bravo. Effettivamente ero l'unico del corso con delle ottime basi su tutto l'apparato informatico, ed avevo solo 16 anni, mentre c'era gente di 25 anni che non conosceva la differenza tra il tasto destro e sinistro del mouse.

 

-Allora com'è che sei finito in quel corso?

Era un corso professionale a pagamento che dava crediti universitari, uno dei corsi professionali autentificati dalla Autodesk, casa produttrice del programma che studiavamo lì, ma molti erano architetti che cercavano di imparare un programma 3d per ottimizzare i propri progetti, qualitativamente parlando, o persone che frequentavano il corso con la convinzione "io so disegnare quindi a fare grafica non ci sto niente". Il corso era molto bello e in fondo, dopo un po’ di lezioni lente, ha ingranato. Comunque se le cose fossero andate un po’ più lentamente mi sarebbe stato bene: ero il più piccolo lì, non mi avrebbe fatto male se mi avessero spiegato le cose due volte.

 

-Pensi che ad Alcamo i talenti siano valorizzati abbastanza?

No, per niente. C’è molto “fai da te”, ma secondo me può essere un bene perché spinge la gente a farsi il mazzo, fortifica e differenzia le passioni passeggere da quelle non. Se i tuoi sforzi vengono ripagati subito ti monti la testa e ti senti chissà chi... se invece devi sudare sudare sudare, quando finalmente ti viene riconosciuto anche un 1% capisci quanto vale e che se non avessi avuto abbastanza passione non saresti arrivato fin lì.

 

-Quindi secondo te il comune non dovrebbe fare niente di più?

Qualcosa di più certo che la deve fare, ma in fondo a me questa aria underground da paesino ignorante piace! Però parlo per il mio egoismo, perché so che in realtà a tantissima gente piacerebbe una sala prove, uno studio di registrazione, o tantissime altre cose.

 

-Cosa ne pensi del lasciare Alcamo per cercare fortuna altrove?

È quello che quasi sicuramente farò. Alcamo non offre pressoché nulla, e così tutta l'Italia. Il posto in cui più vorrei andare (e ci andrò) è Londra; offre molti sbocchi anche se la vita lì è cara e movimentata.

 

-Quindi pensi e speri di proseguire la tua carriera nella grafica? il tuo ideale quale sarebbe?

Sì, il mio sogno è quello di farne una bella carriera, viaggiare per il mondo. Oltre all’ Inghilterra, il Giappone, l’America… Girare i migliori studi di grafica al mondo e, una volta raggiunta la giusta maturità ed esperienza con dei collaboratori che avrò conosciuto nei miei viaggi, vorrei partire con un investimento, aprire uno studio di animazione 3D e buttarmi sul mercato realizzando prima qualche corto e poi qualcosa di più grande. Questo è il mio sogno ricorrente per quanto la grafica. È una cosa alquanto difficile, ma sognare è gratis!

 

-Con “qualcosa di più grande” intendi un film?

Si, probabilmente un cartone. Molti hanno cominciato così, e alcuni ci sono riusciti. Quelli della Pixar erano un gruppo di ragazzi in un garage!

 

-Che consiglio daresti a chi sta cominciando adesso?

Direi che il campo è difficile: c'è troppa gente, soprattutto in Italia, disposta a lavorare per 4 spicci facendo concorrenza. Ma in questo campo conta anche la bravura. La meritocrazia esiste. Se ti piace realmente, comincia a spendere anni allenandoti e facendo la gavetta, e poi sarà strada spianata. Il mio consiglio spassionato è: dedicati tutto per tutto a questa disciplina se vuoi vederne i frutti.

 

...Dovevo trovare la parole, è complicato...

(Tu dirai: “Questa è l'unica cagata che hai pensato in 3 ore...?” E io ti dirò: “Ebbene sì!”)