Intervista a Eliana Longo

30.04.2013 22:29

 



-Cosa significa per te “talento”?
Per quanto riguarda il canto, posso dirti che molti lo confondono con la bravura tecnica o con una voce potente. Invece, secondo me, avere talento significa essere diverso dagli altri. Ci sono persone brave ma che hanno una voce comune e non si distinguono dalla massa, cosa che invece un vero talento fa.

-Come hai scoperto il tuo?
Sono legata alla musica sin da quando ero piccola. Ho cominciato a cantare a sei anni e a suonare il pianoforte a dodici seguendo lezioni private. Poi mi sono iscritta al conservatorio e adesso sono al quinto anno. La chitarra la suono più per passatempo, ho imparato gli accordi da autodidatta per poter avere un accompagnamento mentre canto. Il pianoforte è una buona base per qualunque strumento. Quello che più mi distingue dagli altri certamente è il fatto che scrivo canzoni.

-Quanto tempo gli dedichi?
Non passa giorno in cui non canto o suono. Ovviamente non posso scrivere una canzone a giornata, scrivo solo quando mi sento ispirata da un’emozione particolare. A volte, per motivi scolastici, studio meno di quanto vorrei. Chi va al conservatorio dovrebbe studiare minimo due ore tutti i pomeriggi. In ogni caso la musica fa parte della mia vita ogni giorno. Se non ci fosse, vivere per me sarebbe inutile. La musica è una parte fondamentale di me, non potrei mai rinunciarvi. Una dimostrazione sta nel fatto che, sebbene in questo periodo dovrei studiare per gli esami di maturità, io continui ad andare in conservatorio. Non lo abbandonerei mai, non riesco neanche a pensare alla possibilità di rinunciare a una parte di me.

-C’è qualcuno in particolare che ti incoraggia?
Mio padre, moltissimo. Quando scrivo una canzone lui è sempre la prima persona a cui la faccio ascoltare. Mi fido del suo parere che si è sempre dimostrato valido, so che se ne intende di musica. Quando una canzone fa schifo, lui me lo dice. Quando una canzone è bella, lui me lo dice. So che ha sempre ragione. Ovviamente ci sono molte mie amiche e parenti che mi incoraggiano, oltre a lui.

-Ti senti ispirata da qualche artista in particolare?
Ultimamente Taylor Swift. La vedo molto vicina a me. Mi piace il fatto che sia lei a scrivere le sue canzoni, mi piacciono gli argomenti che tratta, mi piace come scrive i testi, mi piace il suo stile quando canta, mi piace che da un significato a quello che fa e, secondo me, è davvero brava.

-Pensi che ad Alcamo i talenti siano valorizzati abbastanza?
No, penso che chi resta qui non riuscirà mai a concludere niente. Ma credo che sia una situazione attribuibile a tutta la Sicilia. Qui non ti vede nessuno, non puoi essere valorizzato da persone che se ne fregano di te. Il problema non è del comune, che anzi ha organizzato qualche concorso, le cose non cambierebbero neanche se si impegnasse di più. Il problema sta nel fatto che questa è una zona sconosciuta, non sarai mai visto da qualcuno che conta. Ad Alcamo puoi suonare e cantare solo per gli Alcamesi. I talenti sono valorizzati da chi li ascolta, se resti ad Alcamo non potrai mai estendere il tuo pubblico e così essere valorizzato. Per questi motivi sto facendo dei provini  altrove, ma provini per dei festival, niente di televisivo. Non mi piacerebbe diventare famosa grazie ad un talent, anche se a volte penso che sia rimasta l’unica strada. Non è un semplice concetto del “mando un demo in casa discografica e divento famosa”. La televisione, ormai, media anche tutto il mercato musicale. Se non sei visto in tv, non ti ascolta nessuno. Comunque vorrei evitare di imboccare questa strada. Mi piacerebbe andare in America (la maggior parte dei miei testi sono in inglese e mi ritrovo molto di più nel sound Americano che nel pop Italiano, che disprezzo), però se partissi senza un criterio mi ritroverei in un continente sconosciuto senza sapere che fare.

-Cosa consigli a chi vuole cominciare adesso?
Avere passione, altrimenti non puoi andare avanti. Musica e passione sono strettamente legate.

-Qual è il tuo sogno più grande circa la tua passione?
Continuare a produrre io le mie canzoni, senza essere manipolata dalle case discografiche, e far conoscere la mia musica. Ma è troppo difficile come sogno, quindi credo che i mio destino sia in conservatorio. In ogni caso, quel che è sicuro, è che nella mia vita ci sarà la musica. O la insegno, o la canto, o la scrivo, o la suono in un’arena incredibile, o la suono in una chiesetta, ci sarà.