La bellezza è una cosa semplice

17.02.2013 00:00




Tutto è cominciato un pomeriggio in cui guardavo Due fantagenitori in tv, quando la trasmissione è stata interrotta dalla pubblicità. Mi ha colpito in particolare lo spot di alcuni accessori di bellezza per bambine che mostrava come diventare più carine colorandosi i capelli, riempiendosi di glitter faccia e corpo e tatuandosi simboli addosso. Quelle immagini mi hanno scossa. Con che cosa stiamo formando la mente dei bambini? Non penso di essere l’unica delle mia generazione che sin dalla scuola materna si è sentita dire fino allo sfinimento “la bellezza è dentro di noi! Si trova nel cuore delle persone, non è ciò che appare”, eppure il modello televisivo propinato ai bambini è ben diverso. Traspare un messaggio che fa capire che viviamo in un mondo in cui si deve fare di tutto per essere esteticamente più belli. Il trucco è considerato uno degli strumenti fondamentali per raggiungere questo obbiettivo, invece piuttosto lo si dovrebbe ritenere un accessorio, un elemento in più che ci permette di arricchire il look ed esprimerci, non una maschera che ci consente di modificare il nostro aspetto ed essere più belle. Ma cos’è la bellezza? Davvero una bambina di 9 anni per essere bella agli occhi dei compagni deve andare in giro con il rossetto e le meches viola? Non si apprezza più la bellezza naturale del volto innocente dei bambini. La semplicità è diventata un mondo distante dal concetto che la società ha oggi di ciò che è bello.
I difetti e la vecchiaia sono cose umane, eppure tendiamo a nasconderle. In Italia, infatti, più di tredici persone su mille ricorrono alla chirurgia estetica. Siamo, dopo la Corea del sud e la Grecia, al terzo posto nel mondo per numero di interventi, il cui 27% è sugli uomini. 
Nonostante la totalità delle persone a parole dichiari l’“essere” più importante dell’“apparire”, il nostro aspetto continua ad avere un’importanza fondamentale nel rapporto con gli altri e con noi stessi. Forse si tratta di superficialità, forse di insicurezza, ma certamente quest’incoerenza ha una rilevanza soprattutto sulla mente dei bambini che di anno in anno sempre più presto cominciano a considerare bello ciò che è vicino al finto: dal lucidalabbra glitterato, al corpo sottopeso e alla chirurgia. Non basta insegnare “bisogna amarsi per come si è dentro”, occorre cominciare a dare davvero l’esempio smettendo di pensare che “magro” sia sinonimo di “bello” e “fondotinta” di “perfezione”.